Dopo il successo nel museo romano “Di roccia, fuochi e avventure sotterranee” arriva al MAXXI L’Aquila

Un esito oltre le aspettative, sia in termini di pubblico che di critica, quello che ha accompagnato le 120 immagini della mostra “Di roccia, fuochi e avventure sotterranee”, esposte dal 22 Settembre al 14 Novembre 2021 al museo MAXXI di Roma.

Un successo tale che dall’12 marzo al 12 giugno quelle stesse immagini troveranno nuova collocazione espositiva nella sede del MAXXI L’Aquila a Palazzo Ardinghelli, nel cuore del centro storico della città abruzzese. Un laboratorio dedicato alla produzione artistica e culturale, riaperto al territorio dopo lunghi restauri post sismici portati avanti dal MIBACT, in cui, accanto a progetti site specific, convivono opere della Collezione MAXXI e una programmazione di mostre temporanee d’arte, architettura e fotografia.

Tra queste, per nove settimane, le immagini di “Di roccia, fuochi e avventure sotterranee”, corposo lavoro di ricerca autoriale sul tema dello sguardo e dell’avventura commissionato da Ghella, azienda specializzata in scavi in sotterraneo e curato da Alessandro Dandini de Sylva, in cui cinque voci della fotografia contemporanea italiana sono state incaricate di ritrarre e interpretare cinque grandi opere infrastrutturali, in cinque cantieri diversissimi disseminati tra Europa, Estremo Oriente e Oceania.

Tra loro: Fabio Barile (Barletta, 1980) che ha osservato la Follo Line, il tunnel ferroviario che collegherà Oslo a Ski, giustappone immagini di intricati sistemi naturali e artificiali, foreste di conifere, scorci di cantiere e nuove urbanizzazioni. Andrea Botto (Rapallo, 1973), che ha realizzato immagini nella galleria che unirà Italia e Austria sotto il passo del Brennero, documentano l’attività del fuochino e la spettacolare esplosione del fronte di scavo. Marina Caneve (Belluno, 1988)che ha raccontato gli scavi e i ritrovamenti nella linea metropolitana che collegherà l’aeroporto di Atene al porto del Pireo, in Grecia, interrogandosi sul rapporto tra città, progettazione contemporanea e memoria storica. Le fotografie di Alessandro Imbriaco (Salerno, 1980) realizzate sotto la baia di Sydney, che invece ritraggono dettagli ripresi all’interno delle mastodontiche TBM, le talpe meccaniche utilizzate per realizzare i tunnel, evocano atmosfere riconducibili all’esplorazione spaziale. La sequenza di Francesco Neri (Faenza, 1982) infine, si concentra sulla prima metropolitana sotterranea di Hanoi, capitale del Vietnam, restituendo immagini in cui il cantiere, che taglia visivamente la città, appare come una zona di conflitto e di sfida.

Una mostra - ma ancora prima un lavoro editoriale con Quodlibet - che ha testimoniato con forza la vocazione culturale e mecenatistica del progetto portato avanti da Ghella, che per questo motivo ha deciso di donare al MAXXI 56 opere che entreranno a far parte della collezione del museo.

“Ghella - conclude Matteo d’Aloja, Responsabile Relazioni Esterne e Comunicazione - è un’azienda costituita in gran parte da ingegneri che progettano grandi opere infrastrutturali: razionalità senza compromessi. È per questo che da diversi anni ha scelto di investire sull’arte, che ha la capacità di generare idee fuori dagli schemi. Abbiamo lasciato gli autori liberi di interpretare i cantieri secondo la loro ricerca artistica e credo che il risultato lo dimostri al meglio.”

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Comunicato Stampa