Ghella: qualificazione in gara come si fa in tutto il mondo

La società campione nell’export: da noi requisiti di accesso troppo bassi

Una qualificazione più rigorosa e gestita dalla stazione appaltante gara per gara. Giandomenico Ghella, presidente della società romana, al decimo posto per fatturato in Italia e forte di un’esperienza oltreconfine da cui ricava l’84% dei ricavi complessivi (646 milioni il totale 2011) è critico sul bilancio del sistema di qualificazione degli appalti varato nel 2000 in sostituzione dell’Anc e propone di guardare ai modelli stranieri.

“La maggior parte dei Paesi esteri non ha un sistema di qualificazione centralizzato. Viene gestito gara per gara dalle singole amministrazioni in base alle caratteristiche dell’appalto. In Italia il sistema Soa ha prodotto qualche eccellenza e molti casi da dimenticare.

Ne dà un bilancio negativo, dunque?

Non mi pare che mi abbia raggiunto gli obbiettivi dichiarati al momento dell’abolizione dell’Albo nazionale costruttori. E come accade per molti altri casi italiani è un sistema molto pesante, burocratico. In più si sono aggiunti dei costi molto più alti a carico delle imprese. Soprattutto, vorrei aggiungere, non è un sistema capace di fare selezione del mercato: i requisiti per qualificarsi sono bassissmi se confrontati a quanto accade nel resto del mondo. Si tende a far partecipare chiunque, anzi a privilegiare l’impresa “decotta” – vedi l’ultima novità del concordato in bianco – rispetto all’impresa sana. Alla fine il risultato è un eccesso di concorrenza che non produce nulla di buono.

La qualificazione delle Pa gara per gara le sembra un modello praticabile anche in Italia?

Se lo fanno in tutto il resto del mondo perché dovrebbe essere difficile applicarlo da noi. Non vedo controindicazioni.

C’è chi dice che rallenterebbe le procedure di aggiudicazione.

Non mi pare che sia questo il problema che rallenta l’esecuzione delle opere pubbliche italiane. Francamente i problemi mi sembrano altri.”

Mau.S.
Edilizia e Territorio